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LE CASSAPANCHE. I SEGNI DEL TEMPO

LA COLLEZIONE ANTONIO SAU

LE CASSE

Mentre alcuni arredi sono abbandonati o dispersi, la cassapanca si tramanda di generazione in generazione. In passato era uno dei pochi mobili che componeva l’arredo di un’abitazione e in quanto tale è custode e testimone delle vicende di un popolo, di un villaggio, di un paese e di una famiglia.

Come bene culturale materiale costituisce una testimonianza avente valore di civiltà e strumento di educazione. Ciascuna cassa possiede storie stratificate che intrecciano botteghe di vecchi artigiani, luoghi di vita e lavoro, usi e attività e infine storie di reperimenti sino alla conservazione come modelli e documenti tangibili di uno stile. Artigiani, pastori e contadini venuti a contatto con esse nelle botteghe ne hanno tramandato la memoria attraverso i racconti.

Nella parte interna del coperchio di una cassapanca è presente una decorazione dipinta e si legge una data, probabilmente 1855 applicata con colore arancione. Ancor più curioso è l’interno di un’altra cassa, rifoderata con fogli di giornali dei quali si conservano tracce residue.

Negli anni 1950 - 1980 Antoneddu Sau, alla costante ricerca di documenti sull’intaglio, raccolse queste casse e le parti ancora integre portandole nella sua bottega. Tutti gli elementi provengono da diverse cantine e stalle della zona e la loro ultima presenza nella bottega ha ispirato finiture di nuove casse e mobili. Le casse, realizzate tutte in legno di castagno, venivano utilizzate per conservare il grano, il pane e altri alimenti, ma anche per gli indumenti. Spesso costituivano il dono di nozze più prezioso. Malgrado le sue diverse funzioni la componente estetica dell’intaglio è sempre emersa. Le casse erano munite di chiusura superiore a coperchio (coveccu) spesso munita di serratura (accraeddu).

 

LA FASE COSTRUTTIVA

La fase costruttiva della cassa iniziava con la struttura portante, mentre in seguito venivano realizzati gli elementi decorativi. Con compassi, righe e squadrette si costruiva una prima bozza e solo in seguito con tanta passione si realizzavano i segni dell’intaglio. I messaggi di augurio o la simbologia legata alla destinazione si manifestano nei disegni rappresentanti pavoncelle, soli, rosoni a fiore, portali di chiese, calici, fronde e segni fallici.

Si nota che spesso i fascioni di base delle casse, le cornici e le bordature non sono perfettamente simmetrici e regolari, proprio perché il loro taglio sul luogo di consegna obbediva maggiormente alle esigenze di misura della cassa piuttosto che alla simmetria delle decorazioni. Infatti il detto “cuncordaus e incravaus” ricorda che in molti casi, una volta concordato il prezzo, l’artigiano tagliava sul posto le fasce e poi inchiodava la cassa. Da ciò si può intuire quanta importanza aveva l’utilizzo e la funzionalità della cassapanca, tale da mettere in primo piano la sua integrità compositiva.

 

IL TOCCO FINALE

Al manufatto si aggiungeva il tocco finale dal Maestro del ferro (maistu’e ferru), che apportava ulteriori elementi di ricchezza e efficienza. Grazie agli elementi di chiusura, tra cui cerniere, chiodature e la serratura, si completavano la funzionalità e la sicurezza dell’opera.

 

 

 

Ancora (le cassapanche)

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